Un cuore che batte
In tutti i comuni d’Italia è possibile, ancora per pochi giorni, firmare a sostegno della proposta di legge “un cuore che batte”. La proposta vuole modificare la legge 194 del 78 per mettere davanti al percorso dell’aborto un passo che noi riteniamo eticamente doveroso. Questo passo prevede che il medico visitante debba necessariamente mostrare, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che ella porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso.
Se infatti il consenso all’aborto deve essere informato, non c’è dettaglio più significativo di quello costituito dall’evidente segnale di vita di un essere umano innocente. Una persona che in quel momento non può esprimere la sua volontà, in quella che in fondo è una scelta di vita o di morte proprio su sé stessa.
La donna ha il diritto di essere resa consapevole della vita che porta dentro sé, una vita con un cuore che pulsa. Solo in tal modo può essere realmente responsabile delle sue azioni.
Si tratta di una proposta di legge che, per la sua chiarezza e importanza, non può lasciare indifferenti; il nascituro ci parla con il battito del suo cuore. Noi con una firma possiamo rispondere al suo grido di aiuto!
L’attivazione della raccolta firme è disponibile in tutti i comuni italiani: ogni amministrazione ha già infatti ricevuto la modulistica ed ha l’obbligo di assistere e facilitare il percorso di espressione della volontà popolare.
Come BranCo ETS esortiamo chiunque ci segua ad accogliere questo ennesimo appello alla tutela della vita nascente, invitando quante più persone possibili a fare altrettanto.
L’infanzia è il domani… l’infanzia è sacra. Aiutaci a difenderla!!!
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